LETTERA INVIATA AL QUOTIDIANO LA SICILIA E MAI PUBBLICATA
Autore: Luigi Giuseppe GENNARO
Gentili Signori,
Si è consumato oggi l’ultimo atto di una vicenda che sarà il
caso di ricordare negli anni tra le più tristi che la nostra città ha dovuto
sopportare. Con ennesimo atto di forza un’amministrazione pubblica ha strappato
un altro brandello di centro storico alla popolazione, come già è avvenuto per
troppi altri importanti monumenti. Da oggi l’ex Collegio dei Gesuiti va
definitivamente in pensione come scuola, e si avvia verso una decrepita
vecchiaia che lo porterà certamente a fare la fine del palazzo dell’Archivio di
Stato: pieno di polverose scartoffie, circondato perennemente da impalcature
arrugginite e transenne, frequentato da annoiati impiegati occhialuti che
attendono sonnacchiosi la fine del loro turno. Forse, dopo tre secoli di onorato
servizio alla popolazione - quella vera e viva, non gli sconosciuti utenti di
una misteriosa biblioteca regionale - al nostro edificio converrebbe farla
finita e seguire la sorte di tanti suoi colleghi suicidatisi nottetempo con un
fragoroso crollo; tanto ormai i suoi anni d’oro sono definitivamente passati,
destinato com’è a divenire un nuovo pezzo di mobilio in una città in agonia da
diversi anni. Sarebbe opportuno che i nostri governanti invece di giocare a
spostare scuole e uffici cambiando idea senza alcun criterio e imponendo
soluzioni assurde sulla base di piani ignoti ai più decidessero una buona volta
di smetterla di pasticciare, perché la pazienza della popolazione ha un limite
che è molto facile passare, e dopo è difficile ricomporre gli animi.
Questa riprovevole vicenda mostra la condizione attuale della
politica nazionale la quale si riflette sulla nostra: menzogne, maneggi di tutti
i tipi, accuse reciproche, competenze e responsabilità che non si sa a chi
appartengano e, ovviamente, l’immancabile disservizio unito alla beffa dello
sfratto di una scuola pubblica, il tutto nel silenzio dei sindacati e
dell’opposizione che dovrebbe farsi sentire ora come non mai, e che invece
preferisce tacere. Se non altro il comportamento esemplare degli allievi e del
personale dell’Istituto Statale d’Arte e la rete di comunicazione messa in atto
potranno in séguito servire da modello per altre legittime proteste la cui
opportunità in una Catania in cui non si sa né chi comanda né cosa stia
combinando sta divenendo sempre più attuale.
Con i miei rispetti,
Luigi Giuseppe Gennaro